Sìssiggnòra: ho fatto una bella torta. 'Cchè, non si può?!
(una torta glassata all'arancia con mandorle e cacao)
Si sa, i dolci non sono, non
erano, il mio forte, come ho confessato apertamente
qui.
Ma il tempo, si sa, è galantuomo. Ed ecco che mi sono imparato a 'ffàre.
Allora: sbucciate le arance con il pelapatate, e poi spremetene via il succo, filtratelo e mettetelo da parte: ne servono 150/180 ml; le bucce, potete tritarle nell'accessorio del bràun ad immersione, velocità bassa, intermittente, come quando fate il battuto per il ragout e non volete una pappa, ma un battuto, poi le mettete in un pentolino con poca acqua, giusto a coprire, 50 gr di zucchero e la bustina di vanillina: appena s'alza il bollore spegni, scola e a raffreddare.
Per il resto, è intuitivo: montare i 200 gr di zucchero semolato residui con il burro morbido, aggiungere le uova intere, a temperatura ambiente, mi raccomando l'ambiente, montare e poi la farina setacciata, il cacao setacciato, le scorzette,la fecola. Setacciata pure lei, vìa, ed a poco alla volta, il succo d'arancia. Mi raccomando il pizzico di sale.
Mò, o la farina di mandorle già fatta, che però costa un patrimonio, del tutto ingiustificatamente, oppure calate nell'acqua bollente i 100 gr di mandorle, le cavate dopo 3/5 minuti, le pelate che si pelano come i lupini che si comprano alle feste di paese, e siccomamente il forno è già a scaldare, le mettete in una teglia ché si asciughino ed un pochinino, ma un pochinino solo, si tostino. Poi tritate col cosino di prima del braun e tutt'è 'ffàtto.
Lo stampo, imburrato ed infarinato è lì pronto: aggiungete la farina di mandorle, dicevamo e poi, da ultimo, il lievito, una bustina e mezza, ché l'impasto è pesantino. Impasta impasta impasta, versa nello stampo e 'vvài: il forno a 160°, ventilato, solo sotto, 45 minuti, prova stecchino.
Tenete lo stampo più prossimo al vetro che al fondo, se no la ventola della ventiléscion lo fa venire gobbo, al dolce, che lievita più da un lato che simmetricamente, ma non vi azzardate ad aprire per fare o cambiare alcunché! Fatelo prima: più vicino al vetro che al centro proprio.
La ghiaccia: bé, sembra facile e non lo è. In una terrina lo zucchero a velo e con il cucchiaio di legno girateci dentro prima del succo di Limone: pochissimo per volta, poi un poco di succo d'arancia: metà e metà. La consistenza dev'essere come di una caramella mou squagliaticcia, non dico proprio gingòmma, ma denso, viscoso. Per versarla, calma e metodo, ma soprattutto pazienza: verrà giù, piano piano, ma verrà giù. Sulla torta sformata e fredda, eh! I pasticcieri, la glassa la scaldano un filino, ma la fanno cadere dall'alto, che così cadendo a velo si fredda pure: io ho imparato a farlo, ma sai quante volte me la sono ritrovata poi tutta sul fondo del piatto per avere esagerato col liquido o con il riscaldo? Uf, quante volte.
Ed ecco che cosa viene fuori:
Bella, eh? E buona: io adoro il connubio cioccolato ed arancia. E mi piacciono le mandorle.
Poi, Signore belle, fatemi sapere, eh!
Ossequi.
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