Sgranare l'uva, sciacquarla molto velocemente sotto l'acqua corrente, mettere gli acini lavati in un paiolo o pentola (la tradizione la vuole di rame, ma va bene qualunque pentola, e sempre la tradizione dice che bisognerebbe mettere un coccio di piatto di terracotta nel fondo della pentola). Porre la pentola sul fuoco (una volta era il camino), a mano, a mano che si scalda il tutto, mescolare con un cucchiaio di legno. Una volta raggiunta la fase di ebollizione abbassare la fiamma e continuare a mescolare per evitare incrostamenti e per ottenere un composto abbastanza omogeneo. Dopo circa due ore spegnere il fuoco e lasciare raffreddare. Quando il composto è freddo, bisogna effettuare la passatura con un setaccio chiamato 'pellicciola' o "crivllucc". Questo è un setaccio che al posto della rete, ha una serie di cerchi concentrici di acciaio, sostenuto da raggi e da un supporto di legno come il normale setaccio. Da noi si trova nei mercati settimanali. La "passatura" deve essere effettuata a mano per separare i vinaccioli e alcune parti di bucce "pellicce" che non si sono completamente disfatte con la cottura. Porre di nuovo il composto passato nel paiolo, o nella pentola e rimettere sul fuoco. Fare cuocere ancora, SEMPRE MESCOLANDO, finchè non si ritira e diventa una marmellata. Deve cuocere moltissimo. (NON AGGIUNGERE ZUCCHERO).
p.s. la passatura può essere anche fatta il giorno dopo.
Molti dolci tipici regionali quali i "cavicioni" di Natale, le "sfogliatelle teramane", i "bocconotti" e le "neole" vengono fatti con ripieno di marmellata d'uva. La marmellata viene utilizzata da sola oppure con l'aggiunta di noci o di mandorle opportunamente sminuzzate, e di cioccolato fondente a pezzi, per la preparazione di dolci tradizionali delle diverse località.