I miei ricordi arrivano, chissà, forse fino a quando avevo due anni, e il pranzo della vigilia era una cosa magica. Magica in particolare nella mia famiglia, dove nessuno era credente. Il pranzo consisteva in cioccolata in tazza, molto concentrata, che ognuno diluiva con latte caldo o freddo, secondo le sue preferenze. E poi c' erano i panini, dolci o salati, che venivano mangiati spalmati di burro i salati, mentre quelli dolci anche con marmellate di vario genere, in particolare quella di castagne. Alla fine ognuno denunciava il numero di panini salati e dolci che era riuscito a mangiare.I panini dolci sono panini molto burrosi, con l' uva passa e aromatizzati con vaniglia e rum. Quelli salati sono panini al latte col kümmel. Poi c' erano i torroni triestini, che torroni non sono, sono delle barrette morbide di pasta di mandorle, al gusto di caffè, nocciola o cioccolata. Poi i bambini venivano distratti e nel frattempo i grandi accendevano le candeline (candeline vere) dell' albero di natale e le stelle filanti, e poi si ricevevano i doni. Nello stesso periodo mia nonna faceva vari tipi di dolci, i chiffeletti che sono lunette di un impasto a base di burro farina e mandorle, il Cuguluf e altri dolci ancora. Questa tradizione è stata continuata da me, infatti la prossima vigilia avrò a casa mia tutti i miei parenti, anche novantenni. Quando mia nonna cucinava avevo il permesso di stare a farle compagnia, e osservavo attentamente tutto quello che faceva, così ho potuto ricostruire molte preparazioni, anche coll' aiuto di un quadernetto che mi ha lasciato. Rimane profondo il ricordo dell' odore di resina, lasciato dai rami dell' albero di natale bruciacchiati dal fuoco delle candeline.
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