Assomiglia molto al rustico della tradizione partenopea, dolce fuori e salato dentro (la pasta esterna è una vera e propria frolla, fatta però con strutto; nelle ricette napoletane il burro non si è mai o quasi mai usato. Credo che sia la stessa frolla che si usa per la pastiera). La frolla non si caratterizza per il numero delle uova (vogliamo dire che questa è una cosa a metà strada tra una frolla e una brisée?).
In ogni caso, scrivo per evidenziare un errore tecnico procedurale: gli agenti di lievitazione chimica non vanno assolutamente sciolti nel latte tiepido, perché in questo modo esauriscono l'effetto molto prima di giungere in forno. Infatti, il lievito chimico funziona appunto per reazione chimica: sotto l'effetto del calore, una sostanza reagisce con un'altra e la loro decomposizione produce anidride carbonica. Le bolle che si vedono nel latte sono proprio di anidride carbonica. Il latte non ha una struttura tale per trattenerle e se poi viene impastato con il resto degli ingredienti di sicuro quelle bolle si rompono tutte mentre la frolla viene formata, rendendo vano l'uso degli agenti. Essi, per poter svolgere la loro funzione, vanno introdotti con i liquidi freddi o a temperatura ambiente e possibilmente come ultimo ingrediente.