Tagliare in pezzi non troppo grandi il coniglio, porlo a marinare in acqua e aceto per almeno un'ora. Quindi prelevarlo, sgocciolarlo bene e infarinarne le carni. In una padella riscaldare abbondante olio, e rosolarvi a fiamma alta il coniglio in modo che l'esterno dori.
Contemporaneamente rosolare la cipolla tritata finemente con un paio di cucchiai d'olio in una casseruola (noi ne usiamo una in ghisa, e ci siamo autoconvinti che questo migliori di gran lunga la cottura): quando la cipolla si fa traslucida, trasferire il coniglio nella casseruola, aggiungere l'alloro e le verdurine sgocciolate e lasciare insaporire per un paio di minuti (attenzione a non bruciare la cipolla).
A questo punto aggiungere un bicchiere di aceto balsamico tradizionale diluito in acqua calda con un cucchiaio di zucchero: se usate uno stravecchio di 25 anni, basterà "un dito" di aceto. Più l'aceto è giovane, più potrete abbondare.
Con questo liquido terminare la cottura con la casseruola semicoperta e salare a proprio gusto: alla fine dovrete avere una salsina vellutata, ma non eccessivamente consistente.
Servire il coniglio irrorato di salsa, ed accompagnato dalle sue verdurine.
Vi sconsiglio l'utilizzo di aceti "balsamici" prodotti in maniera non tradizionale, ossia: quelli con aggiunta di aceto di vino -l'aceto b.t. di Modena si fa partendo da mosto di lambrusco cotto, e non dal vino- e quelli invecchiati meno dei canonici 12 anni. Vanno bene sull'insalata, ma in questo caso sarebbero troppo forti e rovinerebbero il piatto.